Mostra presso il Circolo Fotografico Isontino

Il 29 giugno 2013 alle ore 18 avrà luogo l’inaugurazione della nostra mostra “Living Inside” presso il Circolo Fotografico Isontino.
http://www.cifigorizia.it/


Questa è la presentazione scritta dal socio Enrico Patacca per la mostra. Merita un’attenta lettura:




[caption id="attachment_34" align="alignnone" width="300"]living inside

living inside[/caption]

Living inside
Lo spirito di aggregazione, punto di forza della nostra specie, ha reso possibile la sopravvivenza dell’uomo nei secoli, garantendogli non solo il primato sulle altre specie ma anche sviluppo sociale e tecnologico, benessere e sicurezza. Infatti, grazie alla coalizione di più individui in nuclei abitativi ben delimitati e protetti, è stato possibile erigere un solido ed efficace baluardo difensivo alle avversità fisiche, climatiche e biologiche, che ha permesso d’intraprendere un cammino straordinario verso nuovi orizzonti di civiltà.
Un graduale processo di aggregazione si è quindi consolidato nel tempo, trasformando piccoli insediamenti in metropoli sempre più complesse, organizzate e funzionali, in base alla cultura, alla religione, alla storia, agli usi e ai costumi dei loro abitanti.
Le immagini presentate dal Circolo Fotografico Veronese intendono suggerire in un simbolico “volo d’uccello”, alcuni esempi di trasformazione e diversità, alla ricerca di spunti di interesse e approfondimento. Pronti al decollo?
Dalle tende dei nomadi negli sconfinati e tempestosi altipiani della Mongolia, all’esplosivo skyline dei grattacieli di New York; dalle casupole di paglia e fango dei contadini egiziani, di quella che era l’antica Tebe, alle casette colorate come in un fumetto di Rejkyavik, capitale d’Islanda; dalle ordinate e intimistiche abitazioni de la ville de Le Tréport, “à bord de mer”, in riva al mare e a ridosso delle bianche scogliere di Normandia, alla profonda spiritualità dei luoghi della fede di Gerusalemme; dall’alienazione londinese per la schiavitù di un tempo scandito da orologi che sembra dettino all’unisono il ritmo della nostra vita, alla surreale moltitudine di leoni marini nel porto di San Francisco incorniciato di grattacieli; dalle avveniristiche architetture del quartiere parigino della “Defense”, attraverso cui un enorme manifesto pubblicitario giganteggia su figure più simili ad automi che a persone, a un terrificante mostro d’acciaio, che sembra stia per schiacciare i piccoli edifici del porto di Danzica; dalle asettiche strutture di cristallo di un’anonima e desolata periferia industriale, alle scintillanti e policrome insegne della 5th avenue newyorkese; dalla magica luce dell’alba nel porto albanese di Durazzo, alla magica luce invernale di Mantova ammantata di neve; dall’arte murale di Grottaglie, all’arte “underground” di Firenze; da un interno sgretolato dal tempo di un’antica fattoria veneta, alla luminosa Lisbona, patria del poeta Fernando Pessoa; da un metaforico Cristo sospeso a mezz’aria, che sembra replicare il Suo sacrificio sotto l’arco di ponte della bosniaca Mostar, martoriata dalla guerra balcanica, al grandioso scenario di Matera, città dei sassi fra le più antiche al mondo, sospesa nel tempo e scavata nella roccia, per le cui tortuose stradine un Cristo cinematografico interpretò la Sacra Passione; dal groviglio di croci lituane, memoria dell’ultima dimora, a una croce greca, memoria dell’ultima vacanza.
E infine ecco che il nostro volo si conclude con un perfetto “atterraggio” fra una trama surreale di presenze iconiche e silouette di profili, quasi incollati sullo sfondo grafico dell’aeroporto Marco Polo di Venezia.
“Living inside”, vivere dentro, inteso anche metaforicamente come “partecipazione e coinvolgimento”, è il risultato di un progetto di ricerca, tuttora più che mai “Opera aperta” (come Luigi Ghirri amava definire la stessa Fotografia) ad ulteriori indagini ed esplorazioni, sul polimorfismo del paesaggio urbano nelle differenti aree geografiche del globo, che il Circolo Fotografico Veronese ha avviato nella convinzione che non ci possa essere progresso senza conoscenza e rispetto per le diversità.
Enrico Patacca